Conchas legere - collezionare conchiglie - per i romani voleva dire oziare. Era il tempo nel quale si era convinti che per un filosofo "bello" fosse sinonimo di "inutile" e che ci si dovesse occupare di altri, altissimi, argomenti quali l'arte della guerra, dell'amministrazione, dell'eloquenza. Coloro che si godevano la vita immersi nelle belle cose (gioielli, opere d'arte, conchiglie, appunto) erano "fannulloni", persone che lasciavano che il tempo scorresse loro addosso senza far nulla di buono. Nella metafora dell'ozio, però, appare la conchiglia, oggetto, diremmo oggi, di grande "immagine". Infatti il "far nulla" dell'osservatore di conchiglie è un far nulla dolce, vigile, un riposare, magari dopo una fatica. Cicerone, che certo non era un perditempo, collezionava conchiglie e tra un'orazione in senato e un saggio a tavolino le guardava per - diceva - "distendere lo spirito".